23 maggio 2016

Elegia (2015)

Note di regia

Elegia riproduce in chiave rievocativa frammenti del vissuto di Sveva.
Registra disordinatamente vuoti-desideri-riflessioni-ossessioni.
Il recupero della memoria autobiografica è un perentorio invito a guardare, ad osservare, ossia a scandagliare il passaggio del presente, a sommuoverlo per scoprire che cosa giaccia insabbiato sotto il quotidiano.
Una vera e propria storia non c'è: essi sono per lo più espressioni di stati d'animo, ricostruzioni soggettive di cose pensate, dove tutto è interiorizzato, in forma intimista, onirica.

Stasimo iniziale

Sveva è vulnerabile, ribelle, diffidente, cangiante e carnale, nevrotica e fragile, ma capace di farti sentire sua complice.
E' una paradossale miscellanea di porcellana e acciaio. Ha un tocco luminoso anche nella tragedia.
Sa che i sentimenti sono tutto, d'amore, d'amicizia, filiali, materni: sa che sono la piccola grande libertà che ci è stata concessa, dipendono solo da noi, se non lottiamo per tenerli, per cos'altro mai dovremmo vivere?

I quadro
"Il piede di Pegaso"

1. Io conservo lo stupore di trovarmi al mondo, non mi sono ancora abituata.

2. Sono convinta che continuiamo un percorso iniziato da qualcuno prima di noi.

3. Io sono quello che faccio.
Sono una casa con molti piani.
A volte sono il salotto, altre volte la cantina.

4. Da un certo punto di vista non sono mai diventata del tutto grande, ma dall'altro lo sono stata troppo.

5. C'è un rapporto intimo e naturale che da sempre lega la donna al silenzio, quindi alla conoscenza e all'ascolto di sé.

1° intermezzo

S'aggruma una vertigine
rosso cinabro, una lieta
caotica ressa di rami contorti
sterpi nudi schizzi di colore
abbaglianti muri assolati esodo.

II quadro
"La stanza di Eolo"

6. Penso di essere predestinata a vivere sola.
Certo, so anche apprezzare molto la compagnia di qualcuno, ma purché non debba farlo tutti i giorni.

7. Anche quando stavo bene con qualcuno ho sempre apprezzato il piacere di tornare a casa mia, sola.

8. Nel primo incontro c'è già il futuro di una storia! Se solo potessimo ricordarci le prime parole di un uomo, il suo primo sguardo, il suo primo gesto, sapremmo già tutto quello che succederà.

9. Il vero compagno della vita di un uomo – il confidente reale – non è che un altro uomo. Nell'universo maschile la donna è altrove, in un mondo che di tanto in tanto, l'uomo sceglie di raggiungere.

10. Rimprovero agli uomini il fatto che occorra amarli molto, per sopportare il loro bisogno di intervenire, parlare, interpretare ogni cosa capiti loro attorno.

11. L'amore dà coraggio, sicurezza, fa trascurare le cose senza importanza. Io ci credo.
E' al grande amore che non ho mai creduto.I grandi amori non esistono, sono fantasie da bugiardi.
Esistono solo piccoli amori che durano un periodo di tempo più o meno breve.

12. Se mi fossi commossa meno, se mi fossi emozionata meno e avessi sentito meno tutto quello che mi circondava, forse sarei stata una donna felice. Mentre se dovessi contare le ore di vera felicità che ho vissuto, arriverei al massimo a una settimana.

2° intermezzo

Una mosca prigioniera d'un
bicchiere capovolto – ti chiede
di visitare il relitto di un naufragio,
la rovente arsura dei tasti di
un pianoforte - iceberg.

III quadro
"L'orecchio di Dioniso"

13. La vera tragedia umana è la morte degli altri, delle persone che amiamo.

14. Non so davvero che cosa spinga la gente a scrivere se non, forse, la solitudine di un'infanzia.
La gente – quando non scrive – che cosa fa?

15. Quel che c'è di appassionante nella vita è darle forma. Il bello è di trovare una via d'uscita per superare il dolore.

16. Quando sono invitata in una casa, e vedo che verso sera vengono ritirate le poltrone del giardino – mi vengono i brividi e mi dico che forse finirò così: pacificata con una casa e nient'altro.
Eppure quando vedo dalle finestre le luci nei salotti degli altri, immagino delle vite serene con i figli che fanno i compiti.

17. Certe volte faccio abbrustolire il pane sino a uno stadio molto avanzato, perché voglio che questo profumo si spanda dappertutto, anche nei miei vestiti, nei libri, sui fiori, in modo che questa casa evochi qualcosa che scrocchia.
Non per fame, non perché avrei voglia di mangiarla. E' il suo sapore casalingo, che sa d'infanzia e di famiglia, che mi rende appagata, quasi felice.

3° intermezzo

Nelle mani il rosso remoto
della ciliegia nel sole che
spiove dai vetri delle osterie;
la pelle salata la punta delle
dita s'incarna – si fa lampo
abbagliante.

IV quadro
"La porta di Penelope"

18. Il fatto di non credere in Dio non è che un credo ulteriore. Dubito sia possibile non crederci affatto: sarebbe come non significare, non eternare le grandi passioni della nostra vita. Tutto diventerebbe fine a sé stesso, e privo di conseguenze: né si può escludere che sarà proprio questo il futuro dell'umanità.

19. La vita è come quando nei sogni qualcuno ti parla e le parole non arrivano, e tu dici più forte che non capisco, più forte. Ma non c'è niente da fare, le parole le senti, sono lì per te. Ma non ce la fai a metterle in fila e cavarne il senso, e all'improvviso la paura ti sveglia.

20. Nella vita ho perso molte volte.
Ma perdere fa bene. Solo i cretini o i vili vincono sempre – perché fingono di non vedere: non rischiano perché non osano aspirare a ciò a cui spingono i desideri.

Stasimo finale

Per Sveva è tutto da dividere, non conosce il senso della proprietà, vuole avere il meno possibile perché porta via tempo. Perché pensare a quello che si ha? Meglio pensare a quello che si è. E ogni suo ragionamento, ogni sua azione, pare voglia sottolineare che non bisogna vergognarsi di avere bisogno degli altri, è una sciocchezza tremenda.
E' molto bello, invece: vuol dire che quella persona per te è importante, che sei viva, che c'è dell'affetto.
L'indipendenza non è non avere bisogno di qualcuno, di un uomo.
E' pensare che se davvero ne sentiamo la necessità, possiamo andarcene.
A Sveva piace dipendere, sentire nell'amicizia e nell'amore che c'è una persona più forte, a cui dare valore, avere qualcuno a cui credere.
Non c'è niente da buttare in quello che le possono dare gli altri, ha bisogno di tutto.

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