23 maggio 2016

Assetto di volo costante — contenuto nel libro "La voglia di volare" di Mario Giordano, Danila Augusta Piu, Elena Mascia (2015)

1. Luciano te lo dovevo.

Ho conosciuto Luciano Bernardi
sul finire di Sua Evanescenza
anni ottanta, e insieme abbiamo
girato i primi documentari della
mia videografia: Black and White
e Senescenza.
Oltre alla sua tagliente
ironia, mi avevano colpito le
frequentazioni; che aveva avuto
modo di intrattenere durante
la sua carriera di danzatore.
Nei suoi sapidi aneddoti, non
c'era mai traccia
di iattanza, di protervia, merce
rara nell'ambiente dello spettacolo.
Come tutte le persone spassose,
divertenti, nascondeva un fondo amaro
di malinconia, e in un pomeriggio di
fine estate mi disse:"quando non ci sarò
più, mi piacerebbe che tu accompagnassi il
mio feretro da Olbia alla mia città".
Non risposi niente, ma era già un impegno.
La discrezione, il riserbo naturale di Gabrella,
la moglie, non mi ha permesso di tenere
fede a quella richiesta.
Con queste righe ti chiedo scusa, Luciano
te lo dovevo.

2. Elena il frutto di un albero da vedetta.

Ho conosciuto Elena Mascia a
metà degli anni novanta, era
un'allieva del Gramsci.
Lì in quegli anni grazie al lavoro
lungimirante di una preside come
Maria Sandra Nanni, si sperimentavano
percorsi didattici innovativi, si organizzavano
cineforum, si giravano video, si mettevano
in scena spettacoli di autori contemporanei,
si cantava, si danzava; la scuola si apriva
all'esterno, e ampliava l'offerta formativa.
Elena è il frutto di quel lavoro, è un
albero da vedetta.

3. Domande con risposte da Mario e Danila

Ho conosciuto Mario e Danila Giordano
pochi anni fa, mentre ero in giro per
raccogliere interviste sui fatti d'attualità;
loro allestivano una mostra a San Pantaleo.
In quell'occasione ho appreso del loro impegno
nel sociale, e di come l'arte e la creatività
possano divenire medicina e cura.
Mario e Danila conobbero Luciano e
si appassionarono alla vicenda umana e
artistica, e iniziarono a prendere appunti
e raccogliere quel fiume in piena di
ricordi.

4. Il tempo ha più fantasia di
qualunque tessitrice, quegli
intrecci hanno dato vita a
questo progetto editoriale.

In generale non credo che
l'arte possa cambiare qualcosa.
Di fronte alla potenza della
tecnica, della politica, della
comunicazione, l'arte è indifesa.
L'arte salva soltanto degli
individui, non una società.
Ma di fronte alle ideologie,
ai crimini, alle guerre e al
terrore delle rivoluzioni, solo
l'arte può difendere il piccolo
individuo dalla barbarie.
Lo studioso americano Ramachandran
ha ipotizzato che la cultura nasca
vedendo e perfezionandosi attraverso
un processo imitativo.
Come ricorda Giacomo Rizzolatti,
lo scopritore dei neuroni specchio;
fondamentale per la cultura non è
imparare, ma piuttosto imitare, si
va avanti osservando e migliorando
quello che già esiste.
A scuola sarebbe opportuno
cominciare facendo dei riassunti
prima di cimentarsi con i temi,
processo che è ben noto nel
mondo degli studi artistici.
Copiare, imitare prima di trovare
una strada. Capire le azioni
altrui, i processi logici per
creare condivisione ed emozioni.
L'opera di Elena Mascia
scandaglia la corteccia cerebrale,
il sistema nervoso, insistendo
su una musica quotidiana, tra
levità e improvviso abbuiarsi,
sempre fertile di echi e risonanze.
Siamo all'altezza di una parola
che si stampa e si incide con
nettezza, sul fondo silenzioso
di un'esistenza ritratta nell'ombra.
Elena ha un'attenzione aguzza
ai movimenti minimi della pagina,
c'è il senso di un vortice, di
un'energia febbrile e incandescente,
un ossimoro permanente, una furia
analogica che crea all'improvviso dei
legami tra cose che sembravano
lontane e che ora rivelano attraverso
la scrittura il loro vincolo segreto, la
parte consanguinea del loro essere, il
filo sotterraneo che le univa.

Fabrizio Derosas
Cineasta

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