Quel fascio di luce che dal proiettore raggiunge lo schermo rovescia l'immagine e la ingrandisce, colonizza nuovi spazi attraverso l'immagine e la parola.
Il cinema – ancora oggi – con funzioni diverse e minori – è un catalizzatore delle fantasie. Luogo del sogno e della ragione, marginale fabbrica dell'immaginario collettivo.
Per inaugurare questa rubrica cinematografica, contenuta in questa nuova rivista, ho deciso di mettermi in gioco e presentare ai lettori la mia officina segreta.
Il primo è un breve testo letterario, il secondo è un trattamento ricavato dal raccontino, e il terzo è un frammento di sceneggiatura che tiene presente entrambi i tentativi e poi giunge a lidi inesplorati.
Tre passaggi né canonici né tanto meno obbligati, ma che mettono bene in evidenza come la scrittura cinematografica abbia un carattere ibrido, dipenda dall'immagine che la completerà, la relega in quell'equivoco destinato alle opere che non sono ancora del tutto alla luce.
Fabrizio Derosas
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